Cosa facevate prima di diventare nomadi digitali?
Dani: Chiaramente abbiamo fatto un bel po’ di gavetta come tutti.
Prima facevo la classica commessa per mantenermi durante l'università e una volta presa la seconda laurea ho accettato un contratto a tempo determinato, dove mi occupavo di copywriting e gestione di newsletter per un'agenzia.
Io e Luca ci siamo conosciuti grazie a questo lavoro, durante un evento per il quale Luca aveva creato l’app. Oggi lavoro ancora per questa agenzia, che è diventata il mio cliente principale e per loro mi occupo di comunicazione ed organizzazione eventi.
Luca: Sin da piccolo ho avuto la passione per la programmazione. In terza superiore ho abbandonato gli studi e dopo varie esperienze lavorative, tra cui il consulente commerciale, nel tempo libero mi dilettavo a creare siti web per conto mio. Grazie a questa mia passione ho iniziato a creare diversi siti per i miei clienti e tramite il loro passaparola ho acquisito altri clienti.
Successivamente, io e un altro ragazzo abbiamo aperto un agenzia e avevamo vari collaboratori esterni. Ad un certo punto però, abbiamo deciso di chiudere questa agenzia e mi sono trasferito come libero professionista a Milano, dove poi ho conosciuto Dani.
Da quel momento in poi ho cercato sempre di collaborare con un’azienda che coprisse la maggior parte dei miei introiti, in modo di essere per loro un dipendente ibrido e di avere delle entrate sicure tutti i mesi.
Perché diventare nomade digitale?
In realtà abbiamo diverse motivazioni, ma l’idea è nata in California nel 2018, dove stavamo trascorrendo 10 giorni On the road e dove tra l’altro ci siamo sposati a Las Vegas!
Durante questo viaggio venivamo chiamati ogni due per tre dai nostri clienti e quindi eravamo spesso costretti a fermarci per risolvere queste questioni.
Ad un certo punto però ci siamo chiesti, “ma perché continuiamo ad andare in ufficio?”. Per il lavoro che dobbiamo fare ci basta l'elettricità, una connessione Internet e un telefono e quindi abbiamo capito che era un lavoro che potevamo fare benissimo da casa.
Unendo dunque la nostra passione per i viaggi e la voglia di vivere all’estero, abbiamo deciso di diventare Nomadi Digitali e ora giriamo il mondo anche per capire in quale paese ci piacerebbe vivere. Ci spostiamo ogni settimana, se ci piace il posto restiamo anche 10 giorni, altrimenti se non ci piace ce ne andiamo via dopo 2-3 giorni.
Perché viaggiare lentamente?
Il lavoro ci porta via così tante ore, che se dovessimo spostarci ogni 2-3 giorni non avremmo modo di visitare nulla. Questo ci porta a viaggiare lentamente e ad entrare più in contatto con le persone locali.
Vivendo la loro quotidianità, riusciamo a conoscere meglio ogni cultura e a capire quale potrebbe essere il paese ideale per il nostro futuro.
Come gestire organizzare la giornata da nomade digitale?
La cosa più importante è rimuovere le distrazioni! Allo stesso tempo, è anche la parte più complicata, soprattutto se sei in giro e ne hai veramente tante. Quando lavori devi metterti nell’ottica che non esiste nient’altro al di fuori del computer!
In Messico ci è capitato di lavorare con gente che che si buttava in piscina accanto a noi e vi assicuro che ci vuole un sacco di disciplina. Dopo un po' diventa una cosa automatica, anche perché il lavoro diventa la tua unica routine, l’unica cosa che ti permette di continuare a viaggiare."
Ci sono diverse tecniche per la gestione del tempo, una che utilizza Luca si chiama: Tecnica del pomodoro
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