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  • Immagine del redattoreAlberto Carnio

Perché il Bhutan è il paese più felice al mondo

Esiste una nazione, il paese più felice al mondo, compresa tra il Tibet e l’India, situata nel cuore della catena montuosa dell’Himalaya che ancora oggi tende ad essere restio ad aprirsi alla globalizzazione e al mondo occidentale.


Si tratta del Bhutan, uno stato all’interno del quale vive, secondo gli studiosi, la popolazione più felice del mondo. In chilometri quadrati è poco più grande della Svizzera ma, a differenza di questa che conta 8.7 milioni di abitanti, in Bhutan invece ce ne sono solamente 780mila.


Circa il 70 % del territorio è coperto da foreste rigogliose e vallate incontaminate, difficili da raggiungere e da vivere.


perché Bhutan paese più felice mondo

Perché il Bhuta è il paese più felice al mondo

Una ricerca svolta nel 2007 dall’università del Kentucky, più precisamente dagli psicologi DeWall e Roy Baumesiter, prevedeva il campionamento di due diversi gruppi di persone: al primo gruppo è stato chiesto di immaginare una visita dolorosa dal dentista; al secondo di immaginare la propria morte.


Le risposte degli abitanti sono state sorprendenti. Anziché generare pensieri negativi e tristi le persone, difronte al quesito, erano propense a sviluppare un pensiero rivolto alla positività.


La morte e la paura erano quasi sconosciute agli abitanti del Bhutan, o per meglio dire, non avevano un significato rilevante in senso negativo.


Secondo le credenze popolari infatti, la vita non si conclude dopo la morte. Bensì, come il ciclo naturale degli eventi, la vita è fatta di nascita, crescita, morte e rinascita.


Questa visione ciclica non lascia spazio ad accezioni negative della morte e, di conseguenza, non crea il terreno fertile per il proliferare della paura.


Il risultato? Una vita vissuta con positività, in cui l’idea della “fine” viene vista come uno stimolo per viversi al meglio il momento presente.


Questo risultato è davvero sorprendente se si pensa che il Bhutan è una tra i paesi più poveri e meno avanzati del nostro pianeta.


Una nazione raggiungibile solamente a piedi o con pochi mezzi a motore e collegata via cielo con pochissimi aerei.


Eppure, questo, è il paese più felice al mondo.


Lo spiega anche Linda Leaming nel suo libro “A Field Guide to Happiness: What I Learned in Bhutan About Living, Loving and Waking Up”, un libro purtroppo ancora non tradotto in italiano, ma di facile comprensione, che ti invito a leggere.


Ho capito che pensare alla morte non mi deprime. Mi fa cogliere l’attimo e vedere cose che normalmente non vedrei. (…)

Il Bhutan e il rapporto con l'occidente

La filosofia degli abitanti del Bhutan deriva dalla cultura buddista, un credo che è stato preservato e tramandato nei secoli fino ad oggi.


Un senso di conservazione che ha escluso questo paese dall’influenza della globalizzazione e dal pensiero occidentale. Almeno fino ai primi anni 2000.


Internet, la televisione e l’abbigliamento occidentale erano banditi dal Paese fino a venti anni fa. Negli ultimi anni, queste e molte altre tecnologie e idee moderne sono entrate a far parte della vita quotidiana dei bhutanesi.


Tuttavia la tenacia e l’amore per una vita felice non ha ancora scalfito, ad oggi, la corazza di questo popolo.


Il Bhutan,, il paese più felice al mondo, per cercare di limitare l’influenza del mondo esterno, permette l’ingresso nei suoi confini solo a un certo numero di stranieri all’anno.


felicità secondo buddismo

Il pensiero buddista della vita in Bhutan

Per i buddisti, e di conseguenza anche per gli abitanti del Bhutan, la morte è una parte fondamentale della vita poiché, una volta cessata la permanenza terrena, avviene il passaggio della rinascita sotto un’altra forma di vita: la reincarnazione.


Esiste un vecchio detto buddista che recita “Non dovresti aver paura di morire più di quanto non temi di buttar via i tuoi vecchi vestiti”.


Queste parole fanno riflettere molto sul tema dell’attaccamento alle cose della vita e ai beni materiali, un’ideologia controproducente che non invita a progredire verso la versione migliore di sé stessi.


La morte è un argomento su cui si dovrebbe meditare e imparare, proprio come fanno i buddisti. Noi occidentali invece, siamo più propensi ad attribuirle un significato negativo, dal quale discostarci in fretta per non averci niente a che fare. Quasi come fosse un tabù.


Felicità interna lorda (FIL)

Lo sapevi che il Bhutan è il Paese più felice al mondo con il PIL più in crescita?


Ebbene si, ed è un concetto molto semplice da comprendere: qui il prodotto interno lordo si basa proprio sulla felicità degli abitanti.


Già negli anni ’70, il re Jigme Singye Wangchuck ha introdotto la Felicità Interna Lorda (FIL), ossia un indice di progresso non solo basato sull’aspetto economico ma soprattutto su quello morale.


In Bhutan infatti, già all’epoca veniva calcolato il livello di felicità dell’intero Paese, tenendo conto di un insieme di fattori: la qualità della vita, la tutela dell’ecosistema, la salute degli abitanti, l’istruzione, l’intensità dei rapporti sociali.


Nel 1998, il governo del Bhutan ha ben pensato di istituire persino un centro di ricerca, il GNH Centre Bhutan (GNHCB), volto a fondare e trascrivere i pilastri principali della retta via verso la felicità.


I “quattro pilastri” della Felicità Interna Lorda sono: il buon governo, lo sviluppo sostenibile, la conservazione e la promozione del patrimonio culturale e la tutela dell’ambiente.


Recentemente, nel 2008, il Bhutan ha istituito una nuova costituzione democratica, al cui interno sono rientrati i valori della FIL.


L’articolo in questione è il numero 9 e recita le seguenti parole: “lo Stato si sforza di promuovere le condizioni che permettano il raggiungimento della Felicità Interna Lorda”, definita come un “approccio di sviluppo multidimensionale, che cerca di raggiungere un equilibrio armonioso tra il benessere materiale e le esigenze spirituali, emotive e culturali della società”.


la felicità in bhutan

A mio avviso, questo articolo della costituzione bhutanese è talmente all’avanguardia che, nel mondo occidentale, sarebbe messo in discussione dalla maggior parte dei governi.


Il Bhutan attraverso lo schermo

Recentemente è stato pubblicato un film girato nel cuore selvaggio del Bhutan: una pellicola che fa capire come vive la popolazione e perché questo è il Paese più felice del mondo.


Il film, che ti consiglio vivamente di guardare nonché uno dei miei preferiti, si intitola “Lunana: il villaggio alla fine del mondo


Tratto dal trailer:


Lunana: il villaggio alla fine del mondo tratta di una storia che vede protagonista un giovane insegnante, del Bhutan moderno, intento a spostarsi in Australia per coronare il suo sogno: diventare un cantante. Come rimprovero, i suoi superiori lo inviano nella scuola più remota del mondo, nel villaggio di Lunana a 4.800 metri di quota, per completare il suo periodo di servizio.Dopo un cammino di 8 giorni, Ugyen si ritrova esiliato dalle sue comodità occidentalizzate. A Lunana non c’è elettricità, né libri di testo e nemmeno una lavagna. Sebbene poveri, gli abitanti del villaggio porgono un caloroso benvenuto al loro nuovo insegnante, che deve affrontare il difficile compito di insegnare ai bambini del villaggio senza alcuno strumento didattico a disposizione. Preso dallo sconforto, è sul punto di decidere di tornare a casa, ma poco a poco inizia a conoscere la felicità incondizionata degli abitanti del villaggio, dotati di una straordinaria forza spirituale in grado di contrastare le grandi avversità del luogo. Si ritroverà conquistato dall’adorazione che i bambini dimostreranno verso di lui, che lo vedono come una figura fondamentale per la costruzione del loro futuro.”

Questa nazione offre molti spunti di riflessione a noi occidentali che, spesso e volentieri, siamo legati alle cose materiali, ai soldi e influenzati dalla negatività collettiva.


Una visione più positiva della nostra esistenza gioverebbe a tutti: a noi essere umani e anche alla natura.


Mettiamoci in discussione, ridimensioniamo il nostro pensiero, apriamoci al cambiamento e abbandoniamo la strada avvelenata del consumismo, dell’individualismo e del dio denaro. Impariamo a rivolgere la nostra attenzione e le nostre energie a ciò che davvero merita!


La natura è un modello magnifico da seguire, è l’unica vera fonte di serenità, armonia, equilibrio e felicità. E tu, sei disposto a rinunciare a qualcosa per essere felice?


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Alla prossima.

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