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  • Immagine del redattoreStefano Napoli

Vivere 1 mese nel deserto Australiano


Come trasferirsi in australia

Nel gennaio 2020, spinto dalla voglia di cambiamento, ero partito insieme alla mia ragazza per l'Australia. Abbiamo Vissuto a Perth, nel Western Australia per circa 3 mesi. Io lavoravo come cameriere e aiuto cuoco mentre Giulia lavorava come estetista e cameriera. Leggi la storia di Federica che vive in Australia da quasi 4 anni! Dopo circa 3 mesi, la città iniziò a starci stretta e la routine che si stava creando era praticamente identica a quella che avevamo in Italia. Non ci sentivamo a nostro agio e non sentivamo di vivere quel cambiamento che tanto stavamo cercando. Sai se hai voglia di un cambiamento radicale non sempre basta semplicemente cambiare nazione e tutto passa cosi all'improvviso. Non puoi fare sempre le stesse cose (anche se in un paese diverso) e pretendere di avere risultati diversi. Proprio per questo dopo 3 mesi ci siamo messi alla ricerca di una nuova vera avventura, di un qualcosa che ci permettesse di stare a contatto con la natura e con una cultura totalmente diversa dalla nostra. E cosi, dopo settimane di ricerca, abbiamo trovato lavoro in un "agriturismo", Curtin Springs. Questo posto si trovava a 360 km dalla città più vicina, Alice Springs. Abbiamo scelto di andare in un luogo lontano dal "mondo civilizzato", lontano dalle città, dai comfort, da ciò che conoscevamo e che avrebbe potuto rassicurarci. Insomma era proprio quello che stavamo cercando, un cambio radicale!


Lavorare in australia

In questo luogo io mi sarei dovuto occupare di giardinaggio, di raccogliere la spazzatura e di pulire i bagni pubblici. Giulia invece si sarebbe dovuta occupare di houskeeping, cioè della pulizia delle camere degli ospiti e anche quelle dei proprietari.

Il primo impatto è stato fortissimo. Stanchi dal viaggio che ci aveva sballottato per 12 ore in giro per l'Australia, appena arrivati la proprietaria ci ha bombardato d'informazioni senza neanche darci il tempo di capire dove ci trovavamo. Ci ha spiegato nel dettaglio il lavoro che dovevamo svolgere facendoci vedere la struttura e infine i nostri alloggi. L'impatto più forte lo abbiamo avuto qui, in questo esatto momento... Vistando gli alloggi abbiamo realmente capito quanto tutto fosse diverso da come eravamo abituati. Ci dirigiamo verso quelli che sarebbero stati i nostri bagni/docce (erano in comune con gli altri dipendenti), entriamo ed con occhi spalancati notiamo subito la sporcizia che si trovava ovunque: I lavandini erano pieni di macchie nere e di insetti morti, i WC circondati da blatte, mosche, ragni ed altri insetti. Le piastrelle delle docce erano sporche di nero e anch'esse piene di insetti... insomma erano un vero e proprio incubo. Dovevamo adattarci a cose basilari come andare in bagno, lavarci e anche dormire. La prima notte, per quanto sonno avessimo avuto, non riuscimmo a chiudere occhio neanche un minuto. Dopo esserci rinchiusi nella nostra tana (stanza), sentivamo sopra le nostre passi di tarantole e/o blatte che non ci fece dormire per le prime notti! Ricordo ancora che eravamo talmente spaventati, sopratutto io ahah, che ce ne stavamo per andare via lo stesso giorno. Nonostante ciò però abbiamo scelto di rimanere ed adattarci all'ambiente che ci circondava perché sentivamo in cuor nostro di aver comunque fatto la scelta giusta e che questa ci avrebbe fatto vivere una grande avventura. E cosi il giorno seguente all'arrivo abbiamo iniziato a lavorare. Non nego che i primi giorni sono stati difficili, il caldo del deserto si faceva sentire e la stanchezza delle notti insonne incideva sulla nostra spossatezza. Nonostante tutte le difficoltà, giorno dopo giorno, quello che all'inizio ci spaventava diventava sempre di più normalità. Iniziavamo ad adattarci ed ad apprezzare le piccole cose che ci circondavano. All'interno "dell'agriturismo" c'era Jack, un cucciolo di canguro di soli 4 mesi.

Jack è stato salvato da un incidente stradale mentre si trovava nel marsupio della mamma. Purtroppo questo accade molto spesso in Australia a causa dell'elevato numero di canguri nel territorio australiano. Infatti secondo alcuni dati del governo, nel 2017 si contavano circa 50 milioni di esemplari di canguro mentre la popolazione umana arriva a quasi 25 milioni; per ogni abitante vi sono due canguri selvatici." [fonte: australia.com] A Curtin Springs, Jack aveva un giardinetto tutto suo e voleva giocare con me ogni volta che andavo a fare dei lavori. Mi rincorreva appena mi vedeva arrivare e mi seguiva ovunque andassi, a volte mentre lavoravo, me lo ritrovavo dietro di me che voleva "abbracciarmi".

Mollo tutto e vado in australia

Quando ti accadono momenti come questi capisci che non sono cose che puoi vivere ovunque e tutto ciò ci faceva dimenticare le condizioni in cui vivevamo. Iniziavamo piano piano a vivere con più leggerezza le cose. Visto il caldo che avvolgeva i pomeriggi del deserto australiano mi svegliavo abbastanza presto le mattine per lavorare. Curtin Springs si trova vicinissimo al più imponente massiccio roccioso dell'Outback australiano, Uluru, monumento sacro di enorme fonte di spiritualità per i nativi australiani. Uluru era ben visibile dal luogo in cui ci trovavamo e ogni mattina avevamo la fortuna di osservare la sua maestosità ricoperta dai colori dell'alba. Prima di iniziare il turno di lavoro ci fermavamo anche solo per un'istante ad osservarlo. Era incredibile l'emozione di calma e tranquillità che cosi tanta semplicità riusciva a suscitarci. Ci trovavamo lontani 360km dalla città più vicina, a Curtin Springs eravamo circa 10 persone dello staff e nonostante tutto ciò, non sentivo la mancanza di nulla.

Il tempo passava lentamente, non nel senso che fosse noioso ma che essendo in un habitat estraneo a noi, ogni minima cosa richiamava la nostra attenzione. E cosi un giorno dopo l'altro siamo arrivati alla fine di quest'avventura, che si è conclusa cosi:

"Marzo 2020, da qualche parte nel deserto australiano. Era l'ultimo giorno. Quella sera avevamo deciso di fare più tardi rispetto al solito. Uscimmo dal nostro alloggio stanchi dalla giornata lavorativa che era appena trascorsa. Ci fu qualcosa di diverso nell'aria quella sera, qualcosa che ci fece alzare gli occhi al cielo. Guardammo in su e lì, proprio davanti a noi, c'era la via lattea... Così semplice e così maestosa. Nessuno dei due riuscì a spiccicare una parola, ci guardammo negli occhi in completo silenzio e in un'infinto istante una lacrima scese sul nostro viso. Quell'istante rimane tutt'ora uno dei più belli della mia vita. "

Il deserto mi ha insegnato un grande lezione. Ciò che ho imparato di più da questa esperienza è che non ci stupiamo più di nulla. Siamo abituati a vivere ogni giorno allo stesso modo. La "normalità" che ci viene insegnata è che la vita è ovvia e monotona. Nasciamo che siamo come una tela bianca sui cui poter dipingere i più svariati colori ma cresciamo dipingendoci solo i stessi degli altri. E' il modo in cui scegliamo di vivere ogni giorno che rende la nostra vita unica e speciale. Iniziamo a guardare al di fuori dai nostri orizzonti e stupiamoci di ciò che non conosciamo ancora.



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